SIMPOSIO

Si è tenuto a luglio del 2006 un simposio dedicato all’arte contemporanea, organizzato dalla sottoscritta con aiuto prezioso di Monica Bruere (insegnante di pittoriche) e Lisa Parmigiani (laureata in decorazione pittorica).
Tale simposio è servito per affrontare il problema dello stato attuale dell’arte, attraverso i puntuali interventi di esperti tra i quali il Prof. Orlandoni, il Prof. Preverino ed un sociologo, Marco Ceroni giunto appositamente da Modena.

Orlandoni ha scelto di affrontare il tema dell’arte africana, evidenziando il come questi abbiano sviluppato una modalità comunicazionale tipica attraverso l’uso di materiali poveri, spesso riciclati (dai tappi delle bottiglie alle lattine ai bidoni di plastica per l’acqua). Ciò ha permesso loro di proporre molti prodotti artistici di grande qualità e grande potere evocativo.

Il sociologo, Marco Ceroni, ha affrontato l’aspetto economico dell’arte, a partire dal ruolo del «Gatekeepers», ovvero il selezionatore; e di come l’influenza esercitata dal Gatekeeper sia fondamentale. Della necessità fin dall’epoca antica, per l’artista, di  scendere a patti con il mercato. Prendendo ad esempio la letteratura, del fatto che un libro non viene pubblicizzato in misura del suo valore artistico, ma della presunta vendibilità nel breve termine.
IL Prof. Preverino ha sottolineato come si sia persa la manualità nell’opera d’arte. Il Pc ha sostituito gli strumenti, è divenuto pennello o strumento musicale. I giovani artisti peccano di produrre installazioni troppo concettuali e poco tangibili, e di cadere in una infatuazione eccessiva della tecnologia.
In opposizione al sociologo (il quale affermò che l’artista non può fare opere incomprensibili ed ermetiche, ma deve tornare nel mondo, comunicando nel mondo) ricorda che l’arte è sempre stata cosa d’elite: l’artista va interpretato, non è mai stata immediata.

Poi in seguito il dibattito si è svolto con diverse idee e concetti ed hanno prevalso due pensieri:

· pensiero del Prof. Lucente:
tecnologia è futuro. Le elaborazioni se fatte con stile e con dovuta esperienza e capacità danno delle ottime immagini da offrire al pubblico.
Denuncia all’Accademia di non usare manualità. Ciò non toglie il fatto che i giovani realizzano opere non studiate, ma buttate giù senza un’idea del supporto e di tutto ciò che sta intorno all’opera progettata.

· pensiero della Prof. ssa De Biase unito al pensiero del Prof. Orlandoni:
esiste una mancanza di cultura e di fondamenta nei giovani (ed anche negli adulti) e prof.ssa De Biase replica dicendo che nessuno può colmare.
Solo i giovani possono cambiare la situazione, la vecchia generazione ha già dato ormai e non possono più fare nulla.

Per quanto mi riguarda ci sono stati molti cambiamenti sociali e tecnologici: siamo approdati nel determinismo tecnologico e la tecnologia può fare cambiamenti sociali.
Mc Luhan afferma che i media sono una nostra estensione, ed è così….

Sono d’accordo con Preverino quando dice che si è persa la manualità, tuttavia sono d’accordo anche con Lucente quando usa i mezzi informatici e credo che, ad oggi, solo con i mezzi informatici ed i medium possiamo arrivare alla gente. L’ideale potrebbe essere far INTERAGIRE gli strumenti artistici e multimediali con scienza tecnologia e creatività. Per fare cosa? …. Per dare un messaggio politico-sociale con pittura, cinema, letteratura, musica, fotografia.

Siamo rasentando la pazzia al giorno d’oggi…. si manda un virus (che poi è un programmino) a qualcuno ed è virus-art…. se mandi un lavoro con l’e-mail ad una galleria, ad un artista o ad un appassionato di arte è mail-art…. e quando si va a vedere la mostra ci sono numeri e codici informatici sovrapposti.
Praticamente…. Riassumendo il tutto.. con la virus-art introduci nel PC di un individuo un programma che lui forse non avrebbe voluto…. Ecco perché stiamo rasentando la pazzia…. La pubblicità sta diventando arte ma lo è sempre comunque stata! Ricordiamo Touluse Lautrec..

Nel libro Remediation testo universitario per editoria multimediale del Multidams di Torino si cita un periodo in cui i PC non venivano molto accettati dalla società e si è chiesto agli artisti di utilizzarli per fare arte per far capire che non erano così nocivi… Forse Andy Warhol è stato uno di questi, tuttavia avrà usato un commodore amiga 400 o uno dei primi per le sue elaborazioni…. C’è stata una strumentalizzazione dell’artista…. Un tempo l’artista era a servizio di papi re vescovi ricchi e potenti ora è in balia di queste multinazionali ma a differenza di allora non viene nemmeno pagato!

Dopo tutte queste riflessioni.. mi sono chiesta qual è oggi il ruolo dell’artista o pseudo-artista, Dare un messaggio o vedere solo la propria ombra?

Bruno Munari “Guardiamoci negli occhi”
“(…) nella realtà, tutti quelli che hanno la stessa apertura visiva e vedono il mondo nello stesso modo, non hanno osservazioni diverse da comunicarsi.
Solo chi ha una apertura visiva diversa vede il mondo in un altro modo e può dare al prossimo una informazione tale da allargargli il suo campo visivo.”

“L’artista o l’operatore culturale di oggi, può aiutare la crescita culturale della collettività. Può preparare gli individui (a cominciare dai bambini) a difendersi dallo sfruttamento, a smascherare i finti (invece di ammirarli o invidiarli), ad esprimersi con la massima libertà e creatività. Può continuare la tradizione invece che ripeterla stancamente”

Il messaggio di Munari potrebbe diventare realtà estesa a tutta la società e questo potremmo farlo, a parer mio, soprattutto con l’aiuto della sinestesia. Gli individui vengono sollecitati regolarmente da immagini e suoni, prevalentemente pubblicità, per strada, TV, radio.
Con la sinestesia si potrebbe arrivare a stimolare più sensi contemporaneamente e coinvolgere completamente l’utente. Mi spiego:

Parecchi anni fa sono stata travolta dal fenomeno sinestetico e penso fortemente ad una visione dell’arte diversa da ciò che si fa ora. Cos’è la sinestesia?
Il termine sinestesia deriva dal greco (attraverso)(percezione) ed indica una contaminazione di cinque sensi nella percezione del percepibile. Più semplicemente indica quelle situazioni in cui una stimolazione uditiva, olfattiva, tattile o visiva è percepita come due eventi sensoriali distinti ma conviventi.
Es. percepire uno stimolo (ad esempio il suono) con una reazione netta e propria di un altro senso (ad esempio la vista). Il fenomeno è volontario al punto che il sinesteta puro, vede i suoni e sente i colori.
La mia idea, è quella di un’arte sinestetica capace di riproporsi come messaggio sociale e politico. Un’arte come pedagogia, che educhi l’utente, che gli insegni un vivere ed un essere-nel-mondo che credo si sia andato smarrendo. Credo serva molto tempo; ma credo anche sia un dovere dell’artista. Egli infatti ha una sensibilità differente: non dico migliore, ma senza dubbio differente, che gli permette un punto di vista sul mondo che può essere solo di arricchimento per le persone.
Così fu ai tempi di Omero, così ai tempi di Dante, di Michelangelo e di Mozart. Facciamo lo sia ancora.

Oggi, le persone sono bombardate da messaggi di ogni tipo; dai real-tv alle pubblicità agli slogan elettorali. Di fronte tali mezzi comunicazionali, le persone sono considerate, giudicate e trattate unicamente come potenziali consumatori. Un bambino di 7 anni non è visto come una personalità in formazione, ma come un possibile acquirente, e per questo subisce una pedagogia del consumismo fin dall’infanzia.
Quel che propongo, è un’arte che se possibile faccia concorrenza a questa pedagogia consumistica. Una pedagogia artistica, se si vuole considerarla in questo modo. Un’arte che insegni un modo diverso di vivere, di esistere, dove al mito onanistico del possesso si sostituisca la concezione dell’essere, del vivere in armonia con sé stessi.

se sei d’accordo con queste mie idee, sfruttiamo questo mezzo che è internet per poter lavorare insieme contattami con la mia email e scrivimi cosa ne pensi, ti farò partecipe del mio progetto al quale si dovremmo essere in molti per cooperare….

(Dopo 6 anni nacque la palestra mentale… )

carte-credito